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La prospettiva è nella storia e nell'arte ben più che un mezzo proiettivo o una forma di mimesis. Per la sua più compiuta ed organica manifestazione storica, quella rinascimentale, può essere assunta come veritiera la nota tesi di Panofsky, il quale ritenne che la prospettiva dei secoli XV e XVI fosse una "forma simbolica", un paradigma di relazione con il mondo che non ha avuto precursori, neppure in quell'Evo Antico dove il Rinascimento rinvenne i suoi modelli e i suoi sentieri interrotti.

La prospettiva rinascimentale traduce in quantità ogni forma di essenza e di relazione fra gli enti, facendo regredire la fiducia in un cosmo qualitativo e popolato di chiavi misteriose o simboliche e, in definitiva, incrinando la credenza medievale nel mondo come il gran libro dei segni di Dio. Nel suo orizzonte geometrico, limpido come il cielo della “Flagellazione” di Piero della Francesca, e per ciò stesso disincarnato e dedrammatizzato, la fiducia nella ragione si configura come un'isola di perfezione, miracolosamente emersa sul tumultuoso oceano della storia.

A.G.

I link qui a sinistra aprono pagine di approfondimento tratte dal sito della Treccani.